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STORIA 2018-04-23T16:42:48+00:00

Capitulare de villis vel curtis imperii dove fra gli ortaggi che Carlo Magno voleva fossero coltivati nelle sue terre viene inserita anche la “pastenacas”

Alcuni studi fanno risalire il consumo della Carota Bianca (Pastinaca Sativa – L., 1753) al periodo di transizione dal modello di caccia-raccolta a quello agricolo, migliaia di anni fa quanto la base dell’alimentazione erano radici, erbe raccolte, frutta, cacciagione e pesca. Gli stili di vita e di alimentazione mutarono, si iniziarono a praticare allevamento e agricoltura ma la Pastinaca è sempre stata presente nei piatti degli antichi. Una storia molto lunga dunque, che colloca questo fantastico ortaggio in Italia all’epoca dei romani quando l’imperatore Tiberio (42 a.C. 37 d.C), si narra l’abbia fatta importare dalla Valle del Reno (l’attuale Germania) ma, non si esclude, che in Italia fosse già presente in forma selvatica. Lo stesso Tiberio non si sedeva a tavola se non c’era almeno una porzione a base di Carota Bianca e la riteneva talmente importante da equipararla al denaro tant’è che accettava che parte dei tributi venissero pagati proprio con grandi quantità di pastinaca. I romani (che le attribuivano addirittura un potere afrodisiaco) consumavano grandi quantità di pastinaca tanto che, nel corso dei secoli, le fu attribuito l’appellativo di “Carota dei romani”.

La Pastinaca viene addirittura citata nel Capitulare de villis vel curtis imperii, comunemente noto come Capitulare de villis. Questo manoscritto non è datato, ma gli storici considerano sia stato emanato negli ultimi anni del regno di Carlo Magno, verso la fine dell’VIII secolo, per disciplinare le attività rurali, agricole e commerciali delle aziende agricole dell’impero. Nel capitolo 70 vengono nominati una settantina di ortaggi che Carlo Magno voleva fossero coltivati nelle sue terre e, fra questi, c’è la “pastenacas”.

Anche nel Medioevo l’utilizzo della Carota Bianca era consuetudine: è ricca di vitamine, minerali e antiossidanti e prima dell’arrivo in Europa della canna da zucchero veniva impiegata persino come dolcificante. La Carota Bianca è andata man mano a scomparire in Italia quando in Italia iniziarono a diffondersi la patata (Solanum tuberosum) e la carota. La prima, proveniente dal Sudamerica, venne inizialmente coltivata a scopo ornamentale per i suoi caratteristici fiori, poi velocemente si diffuse come vero e proprio companatico per i poveri essendo facilmente coltivabile nella stagione calda e conservabile a lungo tempo per tutto l’inverno. L’altro è la carota (Daucus carota L., 1753) che, a differenza di quanto si crede, nasceva viola e proveniva dalle regioni afgane (fu solo nel 1500 ad essere selezionata la variante arancione che tutti conosciamo). Essa venne dedicata a Guglielmo d’Orange, principe del Regno dei Paesi Bassi e subito divenne una moda da esibire in tavola per i nobili dell’epoca.

I popoli nord europei continuano ad utilizzare comunemente la pastinaca nelle pietanze più disparate: con il dolce e con il salato, per fare il “vino di pastinaca” e per degli snack. In Nord America una distilleria ha addirittura sviluppato un Gin con la pastinaca che, a detta di esperti, è uno dei pochi Gin che può essere bevuto da solo “on the rocks”.